Avventuriero

In quest’ultimo appuntamento della nostra novena un Vangelo scarno ed essenziale ci pone in prossimità della nascita del Signore e ci pone in un punto ben preciso della storia.

Non siamo in un tempo indefinito come in una fiaba, non siamo in un racconto evergreen che è sempre valido ma siamo in un istante preciso, documentato dai riferimenti storici, documentato come richiamo anche nei documenti storici del tempo.

In quell’istante preciso della storia accade l’inimmaginabile, Dio si fa uomo e cambia per sempre il corso della storia. Viene nella storia per cambiarla nonostante le nostre resistente e i nostri tradimenti il suo amore è più grande e travalica tutte le nostre mancanze.

Prepariamoci, in queste ultime ore, ad accogliere questo Amore.

La gioia di Zaccaria è così grande che esplode in un cantico che riconosce tutta l’importanza del momento che ci attende e testimonia come, nonostante talvolta possa sembrare così, Dio non abbia mai abbandonato il suo popolo nel corso della storia.

La salvezza sta per sorgere nel popolo di Israele perchè Dio non dimenticherà mai l’alleanza fatta con ciascuno di noi.

Pensiamo quale letizia deve aver provato Zaccaria per esplodere in questo cantico. Perchè allora resistiamo ancora e non cediamo anche noi ad accoglierla?

Il gesto di Zaccaria che scrive il nome di Giovanni è il gesto che riesprime la sua libertà nell’aderire al disegno del Signore su di lui.

Il timore nei confronti di quello che stava accadendo a Zaccaria lascia lo spazio allo stupore per un evento incomprensibile per l’uomo del tempo.

Per il valore che veniva dato alla famiglia e per il valore che veniva dato al nome era incomprensibile questa scelta di Zaccaria; nessun parente si chiamava Giovanni. Allo stesso tempo questa scelta già di per se incomprensibile è accompagnata da eventi altrettanto incomprensibili. Così come per mesi non si erano spiegati quanto era successo a Zaccaria (noi lo vediamo nell’arco di pochi giorni ma tra l’annuncio di Gabriele e la nascita di Giovanni passano mesi) ora non si spiegano questo prodigio.

A loro sta la scelta: fidarsi del Signore o restare incastrati nel proprio tentativo di ridurre il suo intervento nella storia alle nostre immagini.

La fatica di Elisabetta che vede Zaccaria uscire muto dall’incontro con il Signore si contrappone alla gioia per la visita di Maria, la titubanza di Zaccaria si contrappone alla certezza di Giovanni che, non ancora nato, riconosce la presenza del Signore.

La titubanza di Zaccaria, in questa vigilia della domenica dell’incarnazione, lascia spazio alla certezza di Maria nel suo si incondizionato al di là dei suoi pensieri e delle sue fatiche detto per un bene più grande che aveva intravisto.

Questa è la strada tracciata per ciascuno di noi per arrivare al Natale.

Una differenza è evidente tra l’annuncio a Maria e quello a Zaccaria. Se Maria immediatamente aderisce a quello che l’angelo chiede non è lo stesso per Zaccaria. L’angelo si accorge della titubanza e dell’incredulità di Zaccaria e per questo, fino al momento in cui il bambino prenderà nome Giovanni, resta muto.

Elisabetta stessa non si capacita della contrapposizione tra la bellezza di quello che le è accaduto e l’assenza di parola da parte del marito.

Anche noi spesso ci facciamo trovare titubanti di fronte all’azione di Dio nella storia, anche noi siamo incerti. Il Natale che viene, anno dopo anno, ci chiede di lasciar sempre più da parte l’incertezza e di riconoscere che la letizia, nelle nostre giornate, non deriva da un nostro sforzo.

Scopriamo oggi dove nasce quel personaggio che ci ha accompagnato in queste settimane d’Avvento e capiamo che una vita libera come quella di Giovanni può nascere solamente dal contesto familiare disponibile all’accettazione della volontà di Dio.

Iniziamo questa novena che ci prepara al Natale proprio con questo spirito, con il desiderio di attendere il bambino che viene con la stessa disponibilità che hanno avuto Zaccaria, Giuseppe e Maria.

Non sono stati costretti alla loro disponibilità ma hanno scoperto che attraverso la loro disponibilità la vita che ne scaturiva, anche se non priva di fatiche e di difficoltà, era più lieta.

Luca vi testimonia, storicamente, questo all’inizio del suo Vangelo.