…voi non credete perchè dico la verità.

Sembra una frase un po’ da film e spesso la pensiamo anche noi. Nelle nostre giornate quante volte riteniamo che la verità non sia il vero fulcro attorno a cui far ruotare ciò che siamo ma ci riduciamo e costringiamo lentamente a vivere una vita artificiale? Se poi andassimo avanti nel brando di questa seconda domenica di Quaresima ambrosiana scopriremmo anche che la verità talvolta costa persino cara e dopo averla proclamata bisogna quasi fuggire.

Oggi queste parole sono per noi e toccano la nostra vita. Proviamo a pensare come diventano attuali nella mia e nella tua giornata? Io, tu, i nostri amici… quanto viviamo nella verità e quanto riusciamo a guardare le cose per quel che sono? L’attesa iniziata con le tentazioni diventa così un cammino… tentazione o verità?

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Stereogrammi & Quaresima

Anche se già visto dentro il ritiro di quaresima dei preado torno su questa immagine che sta avendo in questa quaresima un forte senso simbolico!

Per vedere l’immagine nascosta devi mettere a fuoco non il piano su cui vedi l’immagine ma un piano immaginario posto più vicino a te.

Veniamo però al motivo percui mi interessa questo paragone…

  • Per vedere quest’immagine hai bisogno di qualcuno che ti suggerisca come guardare, è una strada più semplice. Certo puoi casualmente o per alcune circostanze riuscirci da solo ma sicuramente avere un metodo rende più semplice l’approccio. Un’Amico.
  • Per vedere quest’immagine hai bisogno di tempo, non basta un istante, non è così immediato questo spostamento del “fuoco” occorre abituarsi a guardare e ogni volta che si riguarda questa immagine occorre riabituarsi. Non è mai automatico. Il Lavoro.
  • Per fare tutte quest cose occorre attenzione e disponibilità. Difficilmente se sei distratto puoi arrivare a vedere quest’immagine e se non ti lasci portare in quella posizione che non prenderesti da solo (lo spostare il fuoco), ma che presa corrisponde,  non la vedrai mai. La libertà.

Tutto questo vale anche per il tempo della quaresima che ci affascina ma richiede questi tre passi per essere vissuto davvero.

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iPad Mania… ¡third time!

Non abbiamo dovuto attendere molto e i “rumors” sono stati confermati in pieno con il keynote di presentazione del nuovo iPad che si è tenuto poche ore fa.

Le differenze rispetto al modello precedente sono significative nella qualità di visualizzazione e nella capacità di ripresa di immagini da parte della iSight integrata. Tutto questo aiutato dalla velocità del nuovo processore A5X e della grafica azionata da un quad-core.

A fronte dello stupore continuo che queste meraviglie tecnologiche suscitano resta però aperta una provocazione essenziale. “Status symbol” o “strumento reale di lavoro“. Gadget per piacere o mezzo per alimentare le  “buone relazioni” e l’efficienza umana della vita.

Cosa ti fa dire è uno strumento che vorrei avere?

 

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I contendenti

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Non tutti i ritmi di vita possono essere dettati dal criterio del successo. Ad un certo punto, per quanto la carriera possa essere attraente, per quanto la busta paga allettante qualcosa scatta… è  a questo punto che non ce la si fa più e i soldi, che non riescono a cancellare il bisogno d’affetto, non tengono più.

Un ascensore, la fuga e una vita surreale che si apre davanti a te. Il rischio è quello di passare la vita nella miseria di uno stipendio da fame, nella miseria di un lavoro altalenante nei suoi successi. Dentro questi rischi c’è però la gioia di un lavoro che diventa realmente umano, che esprime il nostro desiderio di utilità. Il nuovo lavoro non è più l’unico orizzonte della vita e la famiglia diventa una realtà nuovamente praticabile.

In questo quadro, per certi versi poco roseo, ciascuno è impegnato con i propri mezzi e su tutti i fronti. Ogni cosa che capita è occasione per gettarsi al lavoro. E quando le cose nuovamente cambiano un insegnamento resta: l’attenzione a me e a te che siamo diventati tuoi compagni di strada, questo resta sempre più importante.

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L’inizio di una nuova attesa…

La liturgia ambrosiana questa domenica ci fa entrare nel tempo della Quaresima che per noi è tempo di attesa, ma, rispetto all’Avvento con una nota ulteriore. Se il tempo dell’Avvento ci ha lasciati con la nota semplice dell’attesa del Signore che viene nel mondo quello della Quaresima ci viene introdotto dal vangelo di Matteo delle tentazioni. Si capisce subito che la connotazione allora è nuova, è diversa. Se la triplice tentazione del diavolo apre questo tempo dobbiamo chiederci che cosa è chiesto a noi. Forse che ciò che voleva essere sottolineato è semplicemente la grandezza di Gesù che resiste nelle difficoltà? O forse anche noi dobbiamo prepararci a resistere a qualche tentazione.

A sentire il Vangelo della prossima domenica potrà sembrare che le tentazioni siano qualcosa di lontano dalla nostra vita quotidiana e che esse colpiscano in modo chiare ed evidente. Sentirete Gesù essere provocato in modo esplicito dal diavolo che tenterà di metterlo in difficoltà.

Se potere, salvezza personale e propria soddisfazione possono essere tre categorie che riassumono le tentazioni li nostro impegno diventa allora essere in grado di distinguere la sottigliezza delle tentazioni nel nostro tempo. Non abbiamo bisogno di essere portati sulle guglie del duomo… o forse….

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Anno dopo anno…

Miserére nostri, Dómine, * miserére nostri.

Fiat misericórdia tua, Dómine, super nos, *

quemádmodum sperávimus in te.

In te, Dómine, sperávi: *

non confúndar in ætérnum.

 

Anno dopo anno una certezza rimane come nota costante nel tempo che passa…

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un bambino che ci interroga

Di questi tempi l’ansia di giustizia e di pace si fa ancor più decisa. Chiama in causa i potenti di questo mondo che reggono le sorti dei popoli. Ma come potrebbe l’autorità, di ogni ordine e grado, promuovere opere di giustizia e di pace se non perché il popolo, sovrano in democrazia, con virtù e rettitudine pratica giustizia e pace? Ma questo è possibile all’uomo con le sue sole forze? Tutti dobbiamo guardare al Bambino Consigliere ammirabile, Padre per sempre. Dio si è abbreviato e si è reso da noi incontrabile, per evitare che noi ci si perda dietro imperfette ed idolatriche immagini di Lui. E perdendo Dio noi si perda la strada. Da qui per i cristiani nasce una grande responsabilità: mendicare la fede. Come ci ha ricordato il Santo Padre la crisi del cristianesimo europeo è anzitutto crisi di fede.

A. Scola, Natale 2011, giorno

La giustizia non è un problema esterno a noi, che altri ci danno. La giustizia mette innanzitutto in discussione il nostro agire quotidiano, il nostro impegno, la nostra carità come oggi ci ricorda la festa di S. Stefano.

La riduzione del Natale non è possibile se si guarda alla figura di Stefano che oggi la Chiesa ci offre. Non dimentichiamoci di S. Stefano e di metterci, tutti, nuovamente in gioco.

Omelia Natale GIORNO – card. Scola – 2011

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Un bivio

Chi desidera entrare nel luogo della nascita di Gesù, deve chinarsi. Mi sembra che in ciò si manifesti una verità più profonda, dalla quale vogliamo lasciarci toccare in questa Notte santa: se vogliamo trovare il Dio apparso quale bambino, allora dobbiamo scendere dal cavallo della nostra ragione “illuminata”. Dobbiamo deporre le nostre false certezze, la nostra superbia intellettuale, che ci impedisce di percepire la vicinanza di Dio.

Benedetto XVI, Natale 2011, notte

paladino_natale         nicola-de-maria-natale-del-signore-nella-notte

Dov’è questa salvezza, questo orientamento di unità e di pace, se poco o niente di nuovo si riesce a vedere dopo la Sua Redenzione? Risponde il Vangelo: «Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome» (Vangelo, Gv 1,11-12). L’opera del Salvatore è in atto ma attende la libertà dell’uomo. Chiede di divenire manifesta in ogni uomo. La gratuità dell’Avvenimento del Natale del Figlio di Dio provoca inevitabilmente la nostra libertà. Ora siamo chiamati a posizionarci rispetto al Figlio che si offre alla nostra mercé come un Bambino. La fede è la risposta piena a questa inquietante domanda.

A. Scola, Natale 2011, notte

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