La dinamica alla quale i contemporanei di Gesù non hanno aderito è proprio questa, combattuti tra la fatica di dover cambiare le proprie abitudini e la bellezza che vedevano e di fronte a queste due possibilità non riuscivi a stare indifferente. Allo stesso tempo non potevi collocarti a metà strada, un po’ si e un po’ no. Gesù chiedeva un adesione così totale della propria persona che se non cedevi a quel fascino prima o poi smettevi di seguirlo e nella maggior parte dei casi iniziavi proprio ad odiarlo. Il Vangelo non racconta di mezze misure nel seguire il fascino che Gesù suscitava.
Testo completo: 20151018 Dedicazione del Duomo

All’interno di questo capitolo sorprende come l’autore abbia introdotto la definizione di due termini che siamo poco abituati ad usare nella loro portata esistenziale: amico e complice. La distinzione tra questi termini è legata all’aiuto che le persone attorno a noi danno perchè riconosciamo i segni della sua presenza. Quanti profeti di sventura ci circondano, quante obiezioni attanagliano la nostra vita quando non abbiamo accanto veri amici pronti a suscitare la nostra libertà perchè aderisca ai segni che vediamo nelle nostre giornate.
Nella nostra vita non quantifichiamo la salvezza ma semplicemente vogliamo raggiungerla. Perchè dovrebbe darci scandalo il fatto che altri la raggiungano al termine della loro vita? Perchè dovrebbe darci scandalo la bontà del Signore. Perchè in fondo noi non ne siamo capaci. La sua misericordia esula la nostra capacità e comprensione eppure la nostra vita non dovrebbe essere un affanno in cerca della salvezza ma una pienezza certa della salvezza.
La festa degli arcangeli celebra la multiforme presenza di Dio nella nostra vita.
Ci stava tutto nel rapporto con Lui, guardandoli Gesù stesso imparava e reagiva per il bene che voleva loro a quanto accadeva; i discepoli guardando a Lui, anche senza capire nulla, si fidavano e in forza dell’amore che sentivano sopra di sé si interrogavano per comprendere le stranezze che quell’uomo compiva. Per la familiarità che avevano guadagnato nella convivenza quotidiana con Lui loro, così rozzi, non temevano di essere di fronte a Dio quello che erano e porgere domande così elementare che ci si sarebbe vergognati di stare di fronte al Figlio di Dio. Nei rapporti tra di loro ci stava anche l’amicizia con il discepolo che egli amava: la preferenza
