Domani non è la nostra proiezione dell’oggi…

L’uomo vive il presente e immagina il futuro proiettando il presente sul futuro e questo, o svaga il presente, lo rende vago, oppure lo storta, diventa un mostriciattolo: il presente nel futuro, chissà? Invece la vita cristiana cosa fa? Ti fa vivere il presente con tale attenzione a tutte le cose del presente che facendo attenzione anche al mare che hai davanti, vedi sull’ultimo orizzonte del mare un puntino; e non è una nave che se ne va, è una nave che viene. È il destino che ti sta arrivando; ed è un grande giorno quello in cui ti accorgi del puntino che è il destino che sta per arrivare, è come per Cristoforo Colombo: è stato un grande giorno quello in cui ha cominciato ad intravedere un piccolo lembo di terra.

“Si può vivere così”, pag. 185

Leggendo queste righe immediatamente un pensiero mi ha colto e per questo le ho volute in questo post.

Quanti tra di noi non vivono continuamente pensando al domani come proiezione dell’oggi. Provate a pensarci!

Questo può succedere quando una giornata non è andata come volevamo e allora ci proiettiamo sul domani aspettando che finisca… può succedere a scuola attendendo la gita o le vacanze, può succedere in università attendendo la fine della sessione d’esami, può succedere al lavoro attendendo le ferie o una proposta migliore di lavoro. Se da una parte è giusto desiderare il meglio (soprattutto nell’ultimo caso) dall’altra non dobbiamo passare la vita attendendo un domani e fuggendo continuamente da quello che ci succede oggi.

In positivo possiamo anche attendere il domani semplicemente sperando che si ripeta quanto di bello abbiamo oggi, pensiamo all’innamoramento di tanti nostri amici che automaticamente dicono alla ragazza/o “voglio stare con te tutta la vita”. Non sono forse queste parole il desiderio che l’emozione di quella giornata duri sempre?

In entrambi i casi è possibile perdere l’unicità e la bellezza che nella giornata in tanti modi ci sono state date.

La certezza oggi di esser voluto bene permette di attendere quello che sarà per me domani. Questo in tutto!

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La distanza…

PIC02052Il fatto che ci siano fratelli, per quanto amati, non elimina la necessità dell’amico. Per vivere tra i fratelli bisogna avere un amico, anche lontano.

Pavel Florenskij, Colonna e Fondamento, Lettera 11

Che cosa vince la fatica della distanza? Come può un affetto resistere quando io sono a Sidney e tu a Mosca. Che cosa per anni ha fatto attendere il ritorno dell’amico o in altra forma della persona amata?

Oggi nell’era della comunicazione istantanea è ancora possibile cantare

“Mentre dormivo sotto la tenda

sognavo d’esser con la mia bella,

e invece ero di sentinella

fare la guardia allo stranier”

Canto Alpino, Era una notte che pioveva (post)

questo è il canto del desiderio dell’uomo amato che allo stesso tempo contiene, come tanti canti di quest’epoca, il desiderio della fedeltà.

Come è possibile tenere fedeltà in questa nostalgia che oggi tocca anche tanti di noi, che cosa ci tiene uniti? Come posso dire che l’amico lontano oggi aiuta il mio presente?

La fatica è un’occasione per togliere ciò che è superfluo ma allo stesso tempo per rinforzare i legami e diventa quindi un’occasione. Non dire non ce la faccio ma abbi il coraggio di guardare al bene che ne nasce per te!

Perchè volti le spalle al tuo amico appena non corrisponde più alla tua idea? Perchè non accetti quel minimo di fatica di andare un po’ oltre il tuo pensiero e la tua voglia del momento?

Oggi i desideri sono spesso realizzati prima che tu li esprima, i genitori realizzano i desideri dei figli prima ancora che questi chiedano, gli insegnanti cercano di non contrariare troppo gli alunni per evitare problemi e così via…

Ma tu vuoi accontentarti o sei disposto a rischiare anche un po’ di fatica?

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Te Deum Laudamus

Buon Anno!

In queste ore quante volte risuona questa esclamazione!

Proprio questa esclamazione è l’occasione per guardare a tutto quello che fino ad oggi è successo nella nostra vita e per esserne grati. Come potremmo altrimenti dire veramente “Buon Anno”. Come potremmo essere certi che questa formula non diventi vuota scaramanzia o rito della convivenza civile.

Possiamo dire Buon Anno realmente radicando l’augurio nella letizia che accompagna tutto ciò che ci è stato donato gratuitamente fino ad oggi. Misterioso, festoso, gratificante, faticoso… comunque sia stato possiamo arrivare a questo augurio lieto solo avendo riconosciuto che tutto quello che abbiamo vissuto fino ad oggi ci porta qui, adesso, con tutto quel che siamo, con i nostri limiti, difetti, incertezze ma certi di essere in cammino e altrettanto certi che la metà è buona ed è per noi.

Con questa certezza, grazie a tutti i compagni di cammino e Buon Anno!

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Ho visto il Maestro!

ho-visto-il-maestro_2

La vicenda romanzata di Maria Maddalena ci permette di entrare in modo deciso dentro la novità che porta nella vita di ciascuno di noi l’annuncio di Cristo.

Tutto puoi aver fatto ma lui ti dice: “Nemmeno io ti condannerò…”

Nella tensione del romanzo la dedizione totale di fronte ad un amore più grande del nostro male traspare da ogni riga. La certezza di questo permette di guardare con letizia ad ogni circostanza della vita anche a quelle che appaiono senza speranza.

(195 pagine di facile lettura)

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Buon Natale

Oggi Dio si è fatto uomo ancora una volta per noi! Ha deciso che affinché potessimo imparare un modo nuovo di vivere dovessimo vederlo. 2k anni fa è venuto e oggi continua a tornare e ad essere presente nella storia che ci ha lasciato.

Non possiamo scappare da questo metodo che lui ha scelto e continuamente dobbiamo ricercare testimoni che ci facciano vedere come la semplicità di questo bambino è l’essenza del cristianesimo.

La vita non è un insieme di regole ma un gusto nuovo!

Buon Natale 2010

 

Questo è l’augurio che voglio farti in questo Natale!

Posso dire continuamente che vedo come quel bambino che viene ci ricorda la semplicità che continuamente noi dimentichiamo.

Ma la semplicità di cosa?

La semplicità di un’affezione reale a qualcosa, o meglio qualcuno, che ci viene incontro e ci cambia la vita. Questo blog è nato perchè negli incontri che in questi anni mi son continuamente capitati sempre è successo che io potessi crescere e imparare qualcosa di nuovo. Questo qualcosa però, anche se sinteticamente, volevo che fosse fissato.

La semplicità è quella di aderire ad alcune presenze che ci affascinano e seguirle.

La vita non diventa un insieme di cose da fare, un insieme di regole, un triste sopportare il carico di tutti i giorni ma invece diventa una compagnia che dà più gusto e che puoi vivere anche quando solo ti trovi nella tua camera a studiare o sul tuo posto di lavoro.

Questo è un cammino, cerca persone così e attaccati!

Il passo necessario che viene dopo è che ciascuno, personalmente, deve attaccarsi a quella Presenza di cui queste persone son testimonianza. Senza questo passo decisivo e personale tutto resta incompiuto.

Chi sei Tu che riempi la mia vita e che oggi nuovamente torni per me?

Buon Natale 2k10

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Un imprevisto

Stava per sparare il nostro Lazy Boy

 

La ballata di Lazy Boy

 

C’è una stella bianca che splende su nel ciel
guardando solitaria i pascoli del Far West.

È la gran stella del vecchio Texas
la stella dei cow-boys!

Nell’Ottantasette brillando su Fort Joy
guardò venire al mondo il piccolo Lazy Boy.

Così comincia la lunga storia
di un pallido cow-boy!

Un dì la mamma gli disse: "Vai!…
Ma resta un bravo cow-boy!
La tromba un giorno ti chiamerà:

Gabriele la suonerà!"
Cow-boy! Cow-boy! Cow-boy!

"Lazy" vuol dire pigro, ma il nostro Lazy Boy
non era certo pigro lontano da Fort Joy…

E un brutto giorno conobbe Jessie,
conobbe la sua "Colt".

Cominciò a sparare ai sassi sulla via,
poi preferì i cavalli e infine la ferrovia…

Ai passeggeri bucò i sombreri,
rubò pepite d’oro.

Tutti gli sceriffi cercavano Lazy Boy:
la taglia era grossa, piaceva al sergente Roy…

Ma ad una spanna trovò la canna
del pallido cow-boy!

Stava per sparare il nostro Lazy Boy
ma udì dalla Missione un coro di Little Boys
"Oh Lord! Oh Glory! Oh Alleluia"
… e il colpo non partì.

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Per un amico

Heb. 12:1   Therefore, since we are surrounded by such a huge crowd of witnesses to the life of faith, let us strip off every weight that slows us down, especially the sin that so easily trips us up. And let us run with endurance the race God has set before us.

Heb. 12:2 We do this by keeping our eyes on Jesus, the champion who initiates and perfects our faith.

La festa di compleanno arriva non come momento eccezionale ma come testimonianza del cammino fatto fino ad ora. Ciò che ci lega è l’aiuto a guardare fino in fondo a quel che abbiamo intorno perchè il riconoscimento della Sua presenza inneschi il percorso di conoscenza che ci renderà saldi nella fede.

È così che solo i testimoni di cui siamo circondati diventano veri amici. Persone per le quali ogni istante è carico di tensione, di vita, di desiderio. E allora non è più ingannare il tempo insieme, riempire le giornate, trascinarci da un impegno all’altro ma un gusto che non ci lascia mai, neanche per un istante della nostra vita.

Questo nel tempo vince tutto e ci trasforma trascinandoci dal relativismo in cui siamo immersi al riconoscimento della Sua presenza già in atto accanto a noi e liberando il nostro orizzonte dalle nostre immagini.

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