Entriamo a Gerusalemme

IMG0000327Nella seconda pagina evangelica associata alla festa di oggi Gesù torna a mangiare dall’amico Lazzaro e riceve da Marta un dono immenso suscitando l’invidia e il fastidio di quelli che ha intorno, primo tra tutti Giuda. Trecento denari di profumo vengono utilizzati per rendergli omaggio un enormità rispetto all’economia del tempo, un enormità che con la scusa dei poveri Giuda avrebbe voluto per se. Le affermazioni di chi è preoccupato del proprio tornaconto sembrano anche ragionevoli, sembrano intaccare la certezza che le persone del tempo avevano sul Signore. Eppure nascondono ancora una volta un’opposizione a Dio che poco ha da spartire con l’attenzione all’altro. Facendosi scudo di frasi che possono suscitare anche indignazione si vuole screditare il modo di agire del Signore e ottenere qualcosa per se. E il Signore coglie questa occasione per rinnovare l’invito a non sprecare questa occasione di stare con lui, a non gettare via il tempo e a non rimandare continuamente il nostro rapporto con lui perché potremmo non avere poi tempo.

Testo completo: 20160320 Domenica delle Palme

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Il pianto per l’amico

5904Perché non c’era, perché ha lasciato morire il suo amico… Forse quel rapporto non era così vero… Forse Gesù non è in fondo quello che dice di essere. Ma Lui li stupisce, ringrazia il Padre e chiama Lazzaro fuori dal sepolcro. È questo gesto d’amore nei confronti di Lazzaro e di tutti gli increduli che aveva intorno gli costa la vita e si trasformerà nell’estremo gesto d’amore a cui ormai siamo prossimi. Proprio di fronte a questo segno, tra i più grandi che Lui compie, sacerdoti e farisei decidono che è giunto il tempo di eliminarlo per non perdere quei beni e quei vantaggi di cui, fino ad allora, avevano goduto. Nulla conta il bene, nulla conta l’attenzione agli altri, nulla conta il parere di coloro che lo seguivano. Lasciarlo vivo è troppo pericoloso e allora meglio finire lì!

Testo completo: 20160313 V Quaresima

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un dono così grande che nessuno può cancellare

cieco_nato_da_colorare_6La stessa disponibilità non si può riscontrare nei suoi contemporanei, persino i genitori per timore dei farisei, per timore del giudizio dei propri amici e vicini, scaricano su di lui la responsabilità di testimoniare quanto è accaduto.

Ma la certezza di quel ragazzo per quello che ha incontrato è incrollabile. Non teme di testimoniare quanto è accaduto. Non ha un giudizio definito con tutti i nessi causa effetto. Sa solo che ora ci vede, sa solo che quell’uomo ha cambiato per sempre la sua vita e questo testimonia.

Nulla può l’invidia di sacerdoti e farisei, nulla può il tentativo di discredito nei suoi confronti perché lui è così certo che nulla può mutare questa certezza.

Testo completo: 20160306 IV Quaresima

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nonostante tutto liberi

il-sacrificio-di-isacco-2-b3400.jpgNon si salva chi non crede e giudica. Lo dice subito dopo, chi non crede in Lui, chi non è libero di seguire quello che vede resta inevitabilmente schiavo del giudizio che altri hanno su di lui e lui stesso giudica secondo la propria misura quello che vede.

Il giudizio invece che propone il Signore non è un etichetta che si appiccica a propria discrezione, lui non giudica, propone una vita e chiede di stare con lui, di camminare, di sperimentare la letizia che ne scaturisce e vedere che cosa la vita propone a ciascuno di noi.

Allora questa domenica vuole farci fare un passo decisivo: nonostante tutto liberi!

Testo completo: 20160228 III Quaresima

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Affanno…

Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: “Sì, sì”, “No, no”; il di più viene dal Maligno»

Martedì II settimana di Quaresima, rito ambrosiano

Quanto affanno nasce dal pensare di poter determinare noi il nostro destino, quanti tentativi di mediazione nascono da questo. La certezza invece nasce dal nostro libero affidamento ad un Altro.

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Cosa sazia la sete

2075Il dono definitivo è quello che il Signore fa al cuore di ciascuno di noi, il rapporto con Lui. La quaresima è il tempo in cui prepararci a ricevere questo dono. Il tempo dell’attesa dei regali che riceviamo è importante perché ci permette di assaporare il loro arrivo, di percepirne il valore, di prepararci a riceverlo. Per noi la quaresima è questo; è la preparazione ad accettare un dono troppo grande per noi che non meritiamo ma che ci viene gratuitamente e sorprendentemente rinnovato ogni anno. Senza la Quaresima rischieremmo di arrivare alla Pasqua senza capire nulla, sprecando un’occasione così grande che cambia davvero la vita.

L’uomo desidera, in fondo al cuore, questo dono del Signore che lo liberi dalle angosce del tempo presente e che gli permetta di camminare certo per le strade del mondo. D’altra parte l’uomo non è degno di ricevere questo dono per i propri meriti ma, per un gesto d’amore oltre misura, lo riceve.

Testo completo: 20160221 II Quaresima

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Dove sta la tentazione?

tentIl premio per chi resiste è l’incontro con Dio che nella vita terrena si riconosce nella letizia e perseveranza che testimonia chi ha la certezza di questa compagnia. La certezza che l’ultima parola sui nostri cari, sull’educazione dei nostri figli sul destino dei nostri amici non è nostra dona all’uomo un impossibile letizia. La titubanza e l’incertezza sono invece caratteristiche proprie di chi confida nelle sue forze.

Domandiamo al Signore che seguendolo in questo cammino di preparazione alla Pasqua sappiamo percepire la convenienza di affidarci a Lui, sappiamo cedere al nostro calcolo per lasciar vincere la Sua presenza nelle nostre giornate. Il tentativo di autonomia che si legge nella pagina di Vangelo di oggi non intacchi mai la serenità della nostra esistenza in Lui.

Testo completo: 20160214 I Quaresima

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Uno sguardo

zaccheo-e-gesu-b3321Anche Zaccheo, vista la bellezza sperimentata con il Signore, avrebbe potuto alzarsi il giorno dopo ed essere incerto e titubante, avrebbe potuto alzarsi e iniziare a mettere in discussione quello che il Signore aveva operato nella sua vita. Poteva accorgersi che il Signore aveva stravolto così nel profondo la sua esistenza che avrebbe dovuto cambiare tutto, il suo modo di pensare, il suo modo di voler bene, ciò a cui più era legato nella sua giornata.

Ma Zaccheo il suo si lo dice convinto, aderisce a quell’incontro con il Signore e non si pente, non è incerto, non è dubbioso. Quanto sarebbe stata difficile la sua giornata se avesse ceduto al dubbio, quanto complicata la sua esistenza se il giorno dopo tutto fosse tornato ad essere un calcolo sul tempo, sul destino suo e dei suoi cari, sul mondo e sulla società del tempo.

Testo completo: 20160207 Ultima dopo Epifania

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Culla di civiltà

famiglia_disegnoIl ruolo fondamentale che deve riacquisire la famiglia è quello di essere culla della civiltà. Di prendersi a cuore dell’educazione dei propri figli, di instradarli fin da piccoli e poi, senza ritardare troppo questo momento, lasciarli andare, lasciarli provare, far loro seguire le strade e le compagnie che li affascinano certi che un Altro veglia su di loro.

Aver ragazzi che si interessano ad alcune amicizie, che vivono il mondo dello sport o degli hobby, che in autonomia prendono le proprie misure sulla scuola e su quello che è chiesto loro di imparare, che sono cioè pronti a diventare le colonne della nostra civiltà è la grande soddisfazione delle famiglie. Certo occorre accettare questa sfida.

Testo completo: 20160131 Santa Famiglia

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Serve anche il poco che abbiamo e che siamo

moltiplicazione_dei_pani_e_dei_pesci_15Anche nella vita ordinaria ci accade rispetto ai nostri amici e rispetto alla vita di Chiesa. Per quanto uno possa ricordare con bellezza le sue amicizie storiche, per quanto uno possa avere amici anche lontani il quotidiano è dominato dai rapporti vivi, da quelli che influiscono realmente sulle nostre scelte, da quelli che ciascuno di noi ha negli occhi quando deve decidere cosa fare o quando ha bisogno di una mano.

La stessa quotidianità per gli apostoli era con il Signore e la stessa quotidianità è rimasta anche quando Lui è andato via. Non era il ricordo di un rapporto ma la sua presenza attraverso lo Spirito che a permesso a quegli uomini di infiammare tutto il mondo.

Testo completo: 20160124 III Domenica dopo l’Epifania

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